“Fairytale” video – come è nato

Fairytale-Still02Il racconto di come é nato il video su Fairytale (la canzone di DAPHNéE F.R.O.G.):

Tutto inizia dall’amicizia con Andrea Ruffini (chitarrista e compositore) e Dafne Lupi, (cantate e compositrice) fondatori e membri del gruppo musicale DAPHNéE FROG. Nel 2013, quando finirono di registrare il loro primo CD (More Than One World) nacque la necessità di “confezionare” il “prodotto”. Dopo diverse chiacchierate con Dafne, mi presi l’incarico di realizzare tutta la veste grafica del progetto (nome, logo, fotografie, booklet, sito web, ecc), nonché il concept e organizzazione, sempre insieme a Dafne, dell’evento di presentazione del disco More Than One World – Première avvenuto nel Teatro di Rifredi a Firenze nel gennaio 2014. Durante la preparazione dell’evento, ed in particolare nello studio del fondale video utilizzato nel live show, ho avuto la fortuna di poter collaborare con un grande artista visivo (nonché amico), Franco Menicagli.

Così che quando é venuta fuori l’idea di fare il primo video clip musicale dei DAPHNéE FROG, ho pensato subito a coinvolgere Franco (ed ho fatto bene). Per me si trattava di una sfida speciale. Non avevo mai fatto un video musicale, meno che meno avevo mai fatto un video con una struttura, un racconto; a dire il vero di video ne avevo fatti pochissimi. Per questo, l’idea di fare un video musicale per una canzone già scritta, con una sua musica, un suo testo, una sua storia, una sua vita, mi è sembrata da subito un’ottima e stimolante idea. Facciamolo! ci siamo detti e così abbiamo scelto il brano Fairytale.
Questa è stata la parte più bella, così come per tutti i progetti artistici, la parte iniziale, quando hai emozioni a 1,000 e tutto ti viene facile e bello!

Dunque, ci siamo messi a parlare e parlottare, a definire e consolidare l’idea. Il brano originale ha una sua storia e un personaggio. Una figura femminile, tra il fiabesco e il reale. Una specie di morta che vive, uno spirito più che un fantasma. Una sorta di guida spirituale, qualcosa come gli avi più cari rappresentano per ognuno di noi. La memoria “saggia” di chi ha percorso il selciato prima.
Sicuramente è stato fondamentale e prezioso poter collaborare con Dafne, autrice del testo del brano.

Dalle chiacchiere ai fatti. Dovevo girare il mio primo video clip musicale e non potevo andare a caso, e la storia meritava attenzione. Siccome, una idea generale c’era, mi sono messo alla disperata ricerca di un luogo (una location) adatto a girare. Ci serviva un bosco. Un gran bel bosco. Grosso modo la storia l’avevamo imbastita attorno a un tipo, un musicista, che decide di farla finita. Perché? Affari suoi. Insomma, il tipo va in un bosco per trovare un luogo dove finire l’esistenza, ma viene “salvato” dalla sua coscienza risvegliata dal sussurro della tipa (“never forget who you are”).
Immediatamente mi è venuto in mente la foresta di Vallombrosa (AR), in particolare un luogo che conoscevo. Tra l’altro, alcune immagini le avevo già utilizzate come fondale proprio del brano Fairytale durante il concerto More Than One World – Première.

Ecco alcune immagini che avevo realizzato l’anno prima a Vallombrosa:

Poi però, ho cominciato a pensare a problemi logistici. Luogo non proprio vicino a casa. Bisognava essere certi di avere tutto quanto ben organizzato e non dimenticare niente. Bisognava essere certi di non beccare altre attività concomitanti, ecc. e poi, dallo svolgimento del “copione” ci serviva anche un albero, un bell’albero, e ci serviva spazio intorno abbastanza pianeggiante per girare la scena, da me chiamata “tic-tac” (ispirata proprio al fondale del concerto Première), e a Vallombrosa di alberi adatti non ne vedevo.

[Tic-tac] Non so bene perché questa scena l’ho chiamata così, ma il fatto di avergli dato un nome mi ha aiutato a mantenere cucito il progetto nella mia mente. Le prime due strofe della canzone le avevo più o meno chiare, mi mancava lo special (la parte abbastanza lunga e importante dove parlano i corvi). Mi ero immaginato una scena del tipo in piedi che suona la chitarra ripresa dal basso verso l’alto. Il tipo doveva girare su se stesso e a ogni quadrante la macchina doveva girare insieme a lui per 90 gradi, a qual punto la macchina si fermava, il tipo continuava a girare per altri 90 gradi e quindi la macchina si “agganciava” a girare con lui per altri 90 gradi, e così via. Non so come sarebbe venuta visto che alla fine non è stata fatta.

Un’altro bosco lo avevo in mente. Un posto “magico” nell’Appennino Pistoiese, vicino alla riserva naturale dell’Acquerino (Sambuca Pistoiese – PT). Un posto che avevo trovato per caso durante un giro fotografico a “perdersi”. Mi colpì subito per la sua bellezza, la calma, e sopratutto perché non c’era nessuno. Anche questo posto, anche se più vicino, presentava le stesse problematiche logistiche di Vallombrosa (niente di niente vicino, niente corrente elettrica, niente bar, ecc). Dunque, mi sono messo a cercare un posto più vicino a Firenze. Girovagando sono capitato in un “bosco” vicino a San Donato in Collina (FI).

Questi gli scatti prova che ho fatto (25 gennaio 2015):

Non ci é piaciuto proprio. Non era il tipo di bosco che avevamo in testa, in più abbiamo trovato troppi residui di presenza umana e tanti vetri rotti in giro per il bosco. No way!

Allora sono tornato sopra Montale (PT) a visitare il “mio” posto “magico”. Nel cammino, mi sono fermato e ho trovato questa meraviglia di posto (Scatti e video del 26 gen 2015). Faceva veramente freddo, quindi scusate il rumore dell’autofocus, ma proprio non ce la facevo con le dita ghiacciate:

Che dire? Fantastico! Pro: tanti, e una luce spettacolare. Contro: troppo vicino alla strada e nessun Albero importante (adatto ai nostri bisogni di copione). Allora ho deciso d’esplorare meglio il “mio” posto “magico”. Ho parcheggiato, chiuso la macchina e mi sono messo a camminare scendendo il sentiero:

Andando più in fondo sul sentiero ho trovato un’area interessante. Aveva le caratteristiche adatte, c’era l’albero, c’erano i dislivelli, c’erano i dettagli e in più c’era un rigagnolo. Non male, anche se a ridosso di un campo di gare di Softair. Poi faceva freddo! Tanto freddo!:

Allora sono sceso leggermente verso il fondo valle dove c’era meno vento (freddo). Anche qui non era male. Ho fatto simulazioni di riprese per portarmi a casa tutti i punti di vista necessari a ragionare sull’intero video.

Ritornando indietro, ho avuto le conferme che cercavo: il “mio” posto “magico” era perfetto! Vicino (ma non tanto) alla strada, quindi meno problemi logistici. Offriva tutte le caratteristiche per soddisfare il copione (albero, piazzola, dislivelli, dettagli, tunnel, ecc).

Eccolo (26 gen 2015):

In questo video che segue ci sono praticamente tutti gli spazi dove abbiamo girato il video definito:

Quindi avevamo il posto! Così mi sono messo a scrivere in dettaglio il copione, ma siccome non riuscivo a darmi la giusta idea, mi sono messo a disegnare la story board.

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Devo dire che, nonostante le mie limitate capacità grafiche artistiche (sono un grafico tecnico, non artistico),  mi sono divertito e ne è venuto fuori un discreto lavoro, che mi (ci) ha aiutato tanto durante le riprese e sopratutto in fase di montaggio.

Questa è l’intera serie di disegni che ho fatto:

e questo è il montaggio dei disegnini in sincro con la musica:

Come avete notato, manca la parte finale del brano. Delle idee mi passavano per la testa, ma erano troppo confuse e condizionate da come sarebbe andata la giornata di riprese (stanchezza, divergenze d’idee, nuove opportunità, bisogno di caffè). C’era una idea di girare in città e in un locale, ma alla fine è stata fatta nel bosco! Lo abbiamo deciso sul luogo e dico che alla fine mi è piaciuto così.

Già, il bosco. Alla fine di tutto il lavoro di preparazione del video, ho dovuto affrontare e risolvere alcuni problemini tecnici e pratici per affrontare la trasferta senza intoppi. La prima preoccupazione è stata la mancanza di un bar vicino. Questo significava niente caffè! Risolto con 2 termos di caffè. Poi ho fatto la spesa e preparato panini, frutta e dolci per tutti, e ovviamente del beveraggio. La seconda preoccupazione (più seria) era di risolvere eventuali problemi di carenza di energia elettrica. Il video lo avevamo deciso di girare tutto in luce naturale, quindi niente bisogno d’illuminazione assistita. Avevo un dubbio grosso sulla durata delle batterie del monitor da 7 pollici e della macchina di ripresa (la mia Nikon 610); in più avrei portato per eventuale backup il mac book. La corrente! Quindi mi sono procurato un inverter per la presa accendi sigari della macchina, adatto a caricare batterie in CC. Già ero più tranquillo. Era tutto pronto!

Diciamo che avrei voluto avere della musica durante le riprese, anzi, la musica del brano. Pensavo (e penso) che girare un video musicale avendo sempre il ritmo e le enfasi della canzone avrebbero aiutato molto a dare il giusto ritmo e enfasi al girato, ma purtroppo così non è stato. Stranamente ai tempi nostri è difficilissimo avere degli oggetti in grado di riprodurre musica pubblicamente, tutto è individuale.
Per fortuna, la canzone oggetto del video è abbastanza lineare e “morbida”, per cui è stato sufficiente avere, durante le riprese, il chitarrista della band che la suonava live. Due al prezzo di uno!

Così che alla fine, dopo diversi ritardi e rimandi dovuti a impegni di ognuno, (rischiando tra l’altro di arrivare alla fine dell’inverno con conseguente cambio di vegetazione nel bosco) siamo andati a girare il 22 marzo 2015. Credo che abbiamo scelto l’unico giorno di marzo con un persistente e insistente vento ghiacciato!!! Ma, per fortuna era freddo, perché eravamo da soli! Niente gara di Softair o altro (a parte qualche sporadico passaggio di moto da enduro).

Sulla giornata di riprese vi posso dire che, alla fine, ci siamo divertiti!  C’ero io e Franco Menicagli nella parte di video maker. C’era mio fratello Julio nella parte di fotografo di scena. C’era Titta Borselli nella parte di assistente di scena. C’era Dafne nella parte della tipa e c’era Andrea nella parte del tipo. Piccola troupe per un gran bel risultato. Ora lo posso dire. Mi piace.

Alla fine ne è venuto fuori questo:

Dimenticavo. Il montaggio è stato abbastanza fluido e divertente, se non ricordo male, in un paio di pomeriggi ho montato quasi il 100% di quello che avete visto. Si, ovviamente, c’è stato un periodo di sedimentazione e maturazione, sopratutto di dettagli e particolari. Piccole (ma importanti) correzioni di fotogrammi in anticipo o ritardo. Anche la colorazione finale del video ha richiesto poco tempo (a me, al computer un po’ meno). In realtà l’idea iniziale era il bianco e nero a contrasti forti, ma alla fine ho optato per una decolorazione quasi totale, che devo dire la verità è venuta quasi per caso: in una delle diverse “prove” che ho fatto mi è saltata fuori una colorazione particolare della Martin di Andrea. Si! nella scelta finale mi ha condizionato la bellissima resa del legno della chitarra. Dovevo mantenerla.

 

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